domenica 28 settembre 2008

Simona e Fabio si sono sposati




Non è la prima volta, ma mi fa ancora una certa impressione… Simona l’ho conosciuta bambina, è figlia di Rita & Paolo, amici storici di MariaGrazia! Insomma si sposano amici di quasi una generazione dopo la mia, non mi sento vecchio, ma mi fa pensare… Comunque non è il momento per riflessioni Simona era bellissima ed è stato un bellissimo matrimonio! Guardatevi le foto.

Agostino compie 93 anni

AUGURI!!!
Pubblico un pò in ritado, ma comunque guardate le foto!

Sentry (La sentinella)

Era bagnato fradicio e coperto di fango e aveva fame e freddo ed era lontano cinquantamila anni-luce da casa.
Un sole straniero dava una gelida luce azzurra e la gravità, doppia di quella cui era abituato, faceva d'ogni movimento una agonia di fatica.
Ma dopo decine di migliaia d'anni quest'angolo di guerra non era cambiato. Era comodo per quelli dell'aviazione, con le loro astronavi tirate a lucido e le loro superarmi; ma quando si arrivava al dunque, toccava ancora al soldato di terra, alla fanteria, prendere posizione e tenerla, col sangue, palmo a palmo. Come questo fottuto pianeta di una stella mai sentita nominare finché non ce lo avevano sbarcato. E adesso era suolo sacro perché c'era arrivato anche il nemico. Il nemico, l’unica altra razza intelligente della Galassia crudeli, schifosi, ripugnanti mostri.
Il primo contatto era avvenuto vicino al centro della Galassia, dopo la lenta e difficile colonizzazione di qualche migliaio di pianeti; ed era stata la guerra, subito; quelli avevano cominciato a sparare senza nemmeno tentare un accordo, una soluzione pacifica.
E adesso, pianeta per pianeta, bisognava combattere, coi denti e con le unghie.
Era bagnato fradicio e coperto di fango e aveva fame e freddo, e il giorno era livido e spazzato da un vento violento che gli faceva male agli occhi. Ma i nemici tentavano d'infiltrarsi e ogni avamposto era vitale.
Stava all'erta, il fucile pronto. Lontano cinquantamila anni-luce dalla patria, a combattere su un mondo straniero e a chiedersi se ce l'avrebbe mai fatta a riportare a casa la pelle.
E allora vide uno di loro strisciare verso di lui. Prese la mira e fece fuoco. Il nemico emise quel verso strano, agghiacciante, che tutti loro facevano, poi non si mosse più.
Il verso e la vista del cadavere lo fecero rabbrividire. Molti, col passare del tempo, s'erano abituati, non ci facevano più caso; ma lui no. Erano creature troppo schifose, con solo due braccia e due gambe, quella pelle d'un bianco nauseante, e senza squame.

Fredric Brown

sabato 20 settembre 2008

MELAZANE ed USB

Finalmente sono nuovamente on-line, il mio ultimo post non è stato di buon augurio, si l’ADSL funzionava, ma il mio computer è morto!
Finalmente sono riuscito a farlo rinvenire, ma ne sto comprando uno nuovo…
Veniamo a noi, dopo ferragosto gli astri si sono messi di traverso ed è iniziato un periodo di merda, problemi e malanni, non gravi ma fastidiosi! Anche il povero balestruccio è morto!
Ora sono nuovamente il città e ho ricominciato a lavorare… comunque ho aggiunto alcune foto all’album di questa estate guarda l’album.
A Reggio Calabria, città fortunata, l’estate finisce ufficialmente con Festa Madonna, il 14 settembre. Quest’anno sono andato alla processione ed ho fatto delle foto guarda l’album. La vara pesa più di una tonnellata ed i portatori sono l’aspetto più interessante della festa: rozzi, devoti e grandi bestemmiatori!
Infine inserisco il post e la ricetta che volevo pubblicare quando il mio PC e spirato.

In una società opulenta come la nostra il cibo non rappresenta più la fonte di sostentamento, perlomeno non è più il suo aspetto principale, ma è diventato piuttosto uno strumento sociale e culturale. Per chi ama mangiare e cucinare è fondamentale conoscere i popoli e le civiltà che hanno sviluppato determinati piatti, cercare di capire i motivi ambientali e fisiologici che portano a cucinare i cibi in una maniera anziché in un'altra, quindi i risvolti culturali di quel piatto o di quell’ingrediente; solo così si può tentare di contaminare tra loro piatti e culture diverse.
La sociologa Deborah Lupton così chiude la questione: “Se uno non sa che cosa sta mangiando, anche la sua soggettività è messa in dubbio. Incorporare il cibo non costituisce una sfida solo per la salute, ma lo è anche per il posto dell’individuo nella cultura”.

Melanzane all’Alessandrina

Questa ricetta – non a caso Alessandrina – viene tuttavia attribuita ad Apicio, cuoco e gourmet nevrotico, di cui si insinua avesse un rapporto per niente chiaro con Druso, fratello di Tiberio.
Si tratta comunque di un intruglio mediterraneo fatto con la sua materia prima fondamentale, ma non intende avvalersi delle melanzane per dimostrare che la mediterranetà è faccenda poco chiara, al di là di quanto sostengono De Chirico, D’Ors e Joan Manuel Serrat. Nell’inventario delle mediterranetà, figurano per diritto estetico proprio il pino, l’alloro, il limone e l’ulivo, senza che si sappia quale distrazione creativa fece sì che Geova, in fin dei conti mediterraneo, collocasse un oggetto brutto ed ambiguo come la melanzana tra la flora e la fauna del Mare Nostrum. Perché, tanto per cominciare, la melanzana è carne o verdura? Domanda sbagliata per iniziare una cena, meglio schivarla. Eppure durante una cena di omosessuali maschi, alla quale questo piatto calza a pennello, non sarebbe disdicevole un pizzico di erudizione e, a un certo punto, mentre si descrive l’aspetto fallico-demoniaco della melanzana nera, si può ricordare l’ambiguo rapporto tra Apicio e Druso, all’ombra di quel pazzo furioso che si chiamò Tiberio. Piatto per l’estate e per il mare. Il Mediterraneo, perché no? Conviene che i commensali siano piuttosto abbronzati
.”

Da Ricette immorali di Manuel Vàzquez Montalbàn:


Montalbàn è prodigioso nel rendere letteratura una ricetta, ma come non è possibile vivere la vita di Sandokan, non è possibile mangiare le ricette di Pepe Carvalho. Sia nel primo che nel secondo caso però possono essere una fondamentale fonte di ispirazione. Quindi, miei tigrotti, ecco le Melanzane all’Alessandrina da me rielaborate:

Ingredienti:
Melanzane
Un pizzico di coriandoli in grani
Menta fresca (io l’usata secca)
Aceto bianco
Uva sultanina
Pinoli
Uno spicchio d’aglio
Un cucchiaio di miele
Acciughe sott’olio
Olio d’oliva
Yogurt greco
Pan grattato
Sale e pepe

Sbollentare le melanzane tagliate a tocchetti (io ho aggiunto anche poche zucchine) in acqua ed aceto (½ – ½) poi scolare ed asciugare bene.
In una ciotola unire il coriandolo, la menta, i pinoli, l’aglio e le acciughe; pestate il tutto con un pestello poi unite un po’ d’olio, il miele, l’aceto e l’uva sultanina mescolando bene. Con questo preparato condite le melanzane ancora tiepide; a parte mescolate lo yogurt con aceto, sale, pepe e olio senza sbatterlo troppo.
Sul fondo del piatto di portata disponete lo yogurt condito poi versate sopra le melanzane condite ed in fine guarnite con il pan grattato e qualche fogliolina di menta tenuta da parte. Montalbàn sostiene vada servito tiepido, ma personalmente lo preferisco freddo, meglio se ha riposato alcune ore in frigo.