sabato 21 giugno 2008

Zia Marianna compie 100 anni ! ! ! !

Zia Marianna, classe 1908, l’anno del Terremoto, oggi ha fatto il compleanno.
Abbiamo festeggiato a casa mia, io, MG, Elena e Tea (la badante e l’ex badante). La zia è stata contenta, ha mangiato tutto ed ha anche bevuto un bicchiere di vino ed uno di spumante!
Ho troppi vizi per arrivare a 100 anni, ma se dovessi arrivarci voglio arrivarci come la zia Marianna: lucido ed indipendente!
Per il pranzo mi sono orientato su cose che potevano piacere alla festeggiata, ma soprattutto cose morbide e facili da masticare.
Antipasto con frittelle di fiori di zucca.
Primo: lasagne al forno, classiche con ragù bolognese, baciamela e
provola.
Di secondo: polpette fritte di carne e di melanzane, e per contorno patate e peperoni stufate in padella.
La torta era un gelato,
ma la cosa importante erano le 100 candeline, che la zia a spente tutte da sola.
Ci pensate la zia ha vissuto la prima e la seconda guerra mondiale, ha visto salire Mussolini al potere e cadere, era qui prima che arrivasse l’elettricità, il telefono e la televisione; insomma è nata in un'altra epoca, ha attraversato un secolo e non sembra impressionata, come noi, dalle novità che ci circondano. Forse ha ragione lei, in fondo non è cambiato poi molto.

venerdì 20 giugno 2008

Vendemmia a Pellaro

E' un momneto di crisi con la cantina, forse per questo ho ripreso delle foto fatte ad una vendemmia divertente e senza pensieri commerciali! Credo che presto torneremo a questo!

giovedì 12 giugno 2008

LETTERA AL MINISTRO BRUNETTA

Contrariamente a quanto mi ero riproposto creando questo Blog mi trovo a parlare di politica.
Come i miei amici già sanno, io sono un Impiegato Pubblico! Ho ascoltato le dichiarazioni del Ministro Brunetta in TV e non riesco a trattenermi dallo scrivere qualcosa, ho pensato di raccogliere le mie riflessioni in questa lettera. Non so se la spedirò mai, ma intanto la pubblico qui.

Caro Ministro Renato Brunetta,
Certamente Le devo riconoscere la buona volontà con cui sembra affrontare il suo ruolo, ma credo non abbia compreso a pieno i rapporti tra cause ed effetti.
L’assenteismo ed il lassismo che certamente caratterizzano noi Impiegati Pubblici, non sono la causa, almeno in origine, delle inefficienze, ma le conseguenze!
Le cause sono di diversa natura alcune molto chiare e tangibili, altre meno palesi sono legate a fattori morali o, in senso lato, all’orgoglio per il proprio lavoro.
Comunque, Sig. Ministro, non voglio tediarla con lamentele e recriminazioni, voglio, invece, darle qualche modesto suggerimento per ridare slancio al Pubblico Impiego.

La prima cosa può sembrare ovvia, ma Le assicuro che non lo è: per far lavorare le persone è necessario dargli del lavoro da svolgere! o comunque non toglierli il lavoro che sta svolgendo!
Spesso non abbiamo la possibilità di svolge il lavoro per cui siamo stati assunti.
In Italia si sta perpetrando una sistematica rapina di ruoli, funzioni e fondi che dal pubblico vanno al privato, ecco, in breve, la fredda cronaca di eventi che ho visto ripetersi più volte nella mia breve carriera.
Prima si dichiara che un dato Ufficio è inefficiente e si crea una struttura privata o pubblico-privata che dovrà svolgere le funzioni dell’Ufficio con efficienza e risparmio. La struttura pseudoprivata assume il personale ed inizia ad operare molto bene, ma nel giro di pochi anni il suo personale aumenta enormemente divenendo molto più onerosa dell’Ufficio originale. Nel frattempo il personale dell’Ufficio resta senza lavoro, ma continua a gravare sui conti dello Stato: è stato così creato un branco di fannulloni.
L’epilogo di queste vicende è spesso paradossale.
La struttura pseudoprivata dopo pochi anni entra in crisi, non paga più gli stipendi, i lavoratori, giustamente scendono in piazza, vengono esplorate tutte le possibilità, ma alla fine, immancabilmente la società chiude.
A questo punto la Pubblica Amministrazione dovrà farsi carico dei lavoratori, spesso precari, che alla fine vengono “stabilizzati” come dipendenti pubblici, non di rado, in quello stesso Ufficio che dovevano sostituire, alimentando le file dei fannulloni. L’”imprenditore”, invece, torna a casa innocente come un bebé e con un bel gruzzolo in tasca.
E le funzioni che dovevano svolgere? nel giro di pochi anni saranno date ad un’altra struttura pseudoprivata (magari messa in piedi dallo stesso imprenditore) e lo spettacolo continua!
Con questo non voglio dire che alcune funzioni pubbliche non debbano essere delegate a privati, ma contestualmente è necessario prevedere l’utilizzo del personale che svolgeva precedentemente quelle funzioni per non trasformarli tutti in fannulloni demotivati.

Un altro meccanismo perverso che inceppa la burocrazia è stato evidenziato proprio da lei: più del 60% del personale è impiegato in back office. Perché avviene questo? Cerchiamo di capire con un esempio.
Un dato Ufficio è formato da molte persone, ma soltanto una è delegata ad istruire le pratiche per concedere una dato permesso; naturalmente i tempi sono molto lunghi perchè l’unico responsabile è oberato di lavoro.
Ora, ad i sui occhi, Sig Ministro, sembrerebbero che solo questo è un impiegato modello da premiare e tutti gli altri dei fannulloni da punire, ma le assicuro che non è così.
Molti altri hanno le qualifiche per divenire responsabili del procedimento, ed hanno anche chiesto di farlo, ma il dirigente dell’Ufficio, per un motivo o per l’altro, non ha mai concesso ad altri questo incarico.
Poniamo ora che un Cittadino chieda quel permesso, trascorsi mesi o anni senza esito, dopo le rituali recriminazioni contro la burocrazia, si rivolgerà al politico di turno per perorare la sua pratica. Questo, magnanimo, in pochi mesi risolve il problema. Il Cittadino intasca, in ritardo, il suo legittimo Permesso insieme ad un debito di riconoscenza nei confronti del politico che lo capitalizzerà presto in voti.
Chi ha pensato un piano così machiavellico? Probabilmente nessuno!
Il politico crede in buona fede di aiutare i sui elettori, il dirigente, nominato per meriti politici, non vuole o non è capace di cambiare la prassi rischiando di sbagliare, in fine l’impiegato fa il suo lavoro coscienziosamente, cedendo talvolta a qualche pressione, ma mai commettendo illeciti.
Quindi, come vede Sig Ministro, in back office non si nascondono sono i fannulloni, ma spesso impiegati volenterosi e frustrati a cui si nega un ruolo più utile, prestigioso e perchè no, meglio pagato.

A tal proposito i premi sono certamente utili e sono necessarie anche le sanzioni, ma esistono anche altri stimoli su cui far leva.


La legittima speranza di fare carriera, ogni funzionario spera, per i suoi meriti, di diventare un giorno dirigente. Oggi questa possibilità è di fatto preclusa, si diventa dirigenti, in genere dall’esterno, per nomina politica. Chi è davvero ambizioso, naturalmente, trascurerà il suo lavoro per esplorare questa via.
Un altro importante incentivo era il riconoscimento sociale del proprio ruolo, fino a dieci anni fa non era raro che un funzionario inaugurasse un infrastruttura, presentasse un servizio o intervenisse ad un convegno, oggi questi privilegi sono riservati esclusivamente ai politici o ad i dirigenti-politici.

Come le dicevo Sig. Ministro osservo con interesse i suoi primi passi ma ascolto preoccupato le sue dichiarazioni. Perderà la sua battaglia se continua a parlare di fannulloni: nessun generale vince se si dichiara capo di un esercito di vigliacchi.
Va bene la decimazione, ma che cadano anche le teste degli ufficiali!

In sintesi caro Ministro credo che per migliorare funzione pubblica sia necessario:

  1. Fermare la campagna denigratoria contro l’impiegato pubblico e restituirgli la dignità del suo ruolo.
  2. Restituire molte delle funzioni che in questi anni gli sono state sottratte alla Amministrazioni Pubbliche al grido di “Privato e meglio” con aggravio di spesa e conseguenze nefaste, come ad esempio nella gestione del territorio.
  3. Mettere in atto comportamenti politici e quindi provvedimenti che svincolino la Pubblica Amministrazione dalla gestione politica; limitando il ruolo della politica all’indirizzo e controllo. La politica decida gli obbiettivi, ma i metodi e gli strumenti siano scelti, con responsabilità, dai professionisti assunti per farlo.
  4. Cominciare a ricostituire una classe dirigente interna, che abbia l’autorità e l’autorevolezza necessaria a reggere un confronto costruttivo con gli organi politici e l’opinione pubblica, sostituendo l’attuale dirigenza esterna inastabile e necessariamente asservita all’Assessore di turno.
  5. Riorganizzare la pubblica amministrazione secondo criteri di efficienza, ma ricordandosi che non deve realizzare un profitto ma restituire dei servizi che il cittadino ha preventivamente pagato. Utilizzando al meglio il personale, anche attraverso mobilità, incentivi e sanzioni, ma fornendogli gli strumenti materiali, normativi e morali per svolgere il suo ruolo.


Auguri, davvero auguri.


Un Fannullone