venerdì 6 novembre 2009

È una serata un po strana... ma lasciamo stare


Devo raccontare una storiella, che ho sentito oggi e credo entrerà di diritto nella mia collezione di storielle Zen.
Un piccolo appaltatore siciliano, onesto e corretto, ha sempre lavorato pagando tutti in puntualmente ed in contanti ed ha sempre chiesto di essere pagato in contanti.
Un giorno un suo amico, che lavorava in banca, gli chiese perché nel XXI secolo si ostinava a lavorare in contanti, quando poteva aprirsi un conto corrente in banca e utilizzare gli assegni per i pagamenti.
L'onesto palazzinaro chiese cosa fosse un assegno.
L'amico rispose che un assegno era un foglietto di carta in cui lui poteva scrivere la cifra, firmarlo e valeva esattamente come se fossero contanti.
L'imprenditore si convinse, apri un conto, vi depositò tutti i soldi e comincio a firmare assegni. Assegni per pagare i fornitori, assegni per pagare gli operai e anche per pagare le proprie necessità.
Un giorno l'amico bancario lo chiama per dirgli che la situazione non è buona, il suo conto è in rosso e anche di parecchio!
Il costruttore non si scompone, chiede soltanto di quanto. Quando il bancario gli risponde lui con disinvoltura prende il suo libretto di assegni, scrive la cifra richiesta, firma e porge sorridente l'assegno.
La rappresentazione simbolica dei beni ha creato quello che chiamiamo capitalismo, ma è una strada pericolosa la rappresentazione del bene è stata sostituita dalla rappresentazione della rappresentazione e poi dalla opzione sulla rappresentazione e poi dalla descrizioni delle rappresentazioni che compongono la commerciabilità della rappresentazione del bene!
In sintesi un perito sbaglia a trascrivere una parola su la sua perizia e un laboratorio artigiano non è più tale, una casa non è più utile a riparare dal freddo. Persino diverse tonnellate di mattoni e cemento divengono impalpabili come carta velina...
Non è burocrazia, No è qualcosa di più grave, le “carte” non sono più la rappresentazione della realtà, sono l'unica realtà!!