venerdì 22 febbraio 2008

Perlupo

Un nome così non sarebbe capace di inventarlo neppure il miglior scrittore di fiabe, invece esiste davvero. Perlupo è un paesino abbandonato arroccato su di un cucuzzolo e circondato da montagne alle pendici dell’Aspromonte.
…Ebbene si! Un altro mio interesse è l’escursionismo. In vero, da un po’ non cammino più tanto, ma la passione per le escursioni mi è rimasta … potrei definirmi un escursionista non praticante.
Domenica scorsa, con un amico, ho percorso un breve tratto di un sentiero poco a monte di Reggio. Il sentiero, detto dell’agro reggino, è stato segnato, con i tipici segnali rossi e bianchi, dalla sezione reggina del CAI tra il 2000 ed il 2001 ed è oggetto di una pubblicazione curata da Alfonzo Picone.
Racconto tutto questo non solo per dirvi perchè mi fanno male le gambe, ma anche per fare qualche considerazione sui sentieri segnati e la loro utilità.
Il tratto che ho percorso (Trizzino – Perlupo – Arasì) lo conoscevo già, anche se non lo percorrevo da almeno 10 anni, comunque avevo il libro di Picone. Arrivati a Perlupo, un paesino abbandonato dall’atmosfera magica (prometto che torno, faccio le foto e le pubblico!), il libro diceva di prendere un sentiero sulla destra, ma una frana aveva cancellato l’imbocco del sentiero. Guardando bene dopo la frana si intravedeva il selciato, quindi ci caliamo da una vecchio muro a secco e ci immettiamo sul sentiero, da qui in avanti la parola d’ordine è rovi!
Naturalmente della segnaletica nessuna traccia, solo inestricabili rovi, spinosi e cattivi che rendono impossibile continuare sul sentiero, per fortuna i cinghiali hanno aperto dei camminamenti tra i rovi, quasi delle gallerie, le seguiamo cercando di scendere verso il torrente, le tracce ci portano prima sulla cima di una collinetta poi finalmente alla strada sterrata che corre a fondo valle. Ci abbiamo messo quasi un ora per percorrere 200 metri! Ho inserito due immagini satellitari della zona la prima (1) è stata ripresa nel 2000 (quando è stato segnato il sentiero) la seconda (2) nel 2004. appare chiaramente come già 4 anni fa il sentiero stava sparendo inghiottito dalla vegetazione.
Tranne per i graffi, io l’ho trovato un divertente fuori programma. Ma, attenzione, io sapevo dove ero, sapevo dove andare e conoscevo il sentiero e la zona, immaginiamo uno sventurato turista svizzero, mi piace sempre immaginare che il turista sventurato sia svizzero armato di coltellino, orologio e magari, anche se non c’entra nulla, vestito alla tirolese. Dicevo, il nostro turista svizzero avrebbe continuato? Credo di no! Credo che dopo molte teutoniche imprecazioni contro Alfonzo, il CAI e la Calabria sarebbe tornato indietro deluso. La segnaletica e la pubblicazione si sarebbero dimostrate non solo inutili, ma dannose.
Ed a me, che più o meno conoscevo il sentiero, la segnaletica e la pubblicazione è tornata utile? La pubblicazione certamente si! Mi ha dato lo spunto per decidere di fare l’escursione e qualche utile informazione. La segnaletica, ormai quasi invisibile, decisamente no.
Ricordiamoci che il sentiero segnato non è fatto per l’escursionista locale e tanto meno è un trofeo per la propria associazione, ma un servizio per il turismo e come tale deve rispondere alle aspettative del nostro amico svizzero!
Lo svizzero arrivato a Reggio, dopo aver visitato il museo e mangiato il gelato, deve trovare la carta o la pubblicazione che descrive il sentiero facilmente in edicola o presso l’ufficio informazioni, al limite in una delle sedi del Parco. Lo svizzero, in quanto svizzero, è preciso vuole sentieri segnati bene, da ogni segnale deve vedere il successivo, il fondo deve essere praticabile e pulito e in generale il sentiero deve ispirare fiducia. Il sentiero dell’agro reggino decisamente non risponde a nessuna di queste caratteristiche, probabilmente 8 anni fa era pulito e ben segnato, ma sarebbe stato necessario fare manutenzione alla segnaletica, riparare i muri a secco, tagliare i rovi e le erbacce, tutte cose di cui un associazione escursionistica non può farsi carico, quindi smettiamo di segnare sentieri! Se serviranno sentieri (facili, brevi e vicini) li segnerà chi ha specifici interessi nel turismo, altrimenti fanc*** allo svizzero! Se vuole si paghi una guida, che lui i soldi ce li ha.
Le pubblicazioni o gli articoli invece credo siano comunque utili, ma si può raccontare un sentiero anche senza che questo venga necessariamente riempito di effimere e spesso inutili macchie di vernice.

1 commento:

philippewinter ha detto...

ma gli svizzeri chessò... dice che i tedeschi sono impavidi!
a manciate ne cadono nello stromboli ogni estate...