venerdì 23 novembre 2007

La Lisandra liberata

Questa poesia è stata scritta per una coppia di nostri amici: Giovanni ed Alessandra. Lui era militare in qualche caserma del nord Italia. In quel anno Gheddafi aveva sparato un missile contro Lampedusa e più o meno in quel periodo Giovanni era tornato in Calabria. Credo di ricordare che noi eravamo non troppo lucidi quando abbiamo scritto questo poemetto per commemorare l’evento, ma il risultato lo trovo ancora oggi divertente!

La Lisandra liberata

Li tafferugli et le gloriose gesta
li spasimi li affani et li dolori
lo cantor vostro ad enarrar s’appresta
del dì che Longojanni incontrò i Mori

valente in armi lo prode capitano
in terra franca per singolar tenzone
giostrava ardito ferro nella mano
di sua casata fulgido campione

lungi dalli suo feudi et dall’isposa
da terra bruzzia che natal gli diede
pugna e combatte con mano valorosa
lo franco e il bardo et non dà lor mercede

lasciati aveva in tutti i suoi domini
schiere fidate e impavide d’armati
a fronteggiar li immondi Saracini
che d’oltre mar giugneano assatanati

ma, a nulla valgon ardire, maestria et coraggio
contra le torme isterminate e brute
che il vil Gheddaffo menava all’arrembaggio
lasciando a tergo sol teste cadute

e fu così che il nigro forestiero
spinto dai venti e cavalcando l’onda
tesori e dama del nostro cavaliero
seco tradusse all’infedele sponda

corre sovra il baleno la novella
et giugne a Longojanni che inforiato
tosto s’appresta a liberar sua bella
et riscattar l’onore calpestato

Mostri adesso il cantor la sua destrezza!
cerchi le rime trovi le parole
per tramandar l’obbrobrio et la crudezza
d’una tal pugna alla futura prole

scempio di membra mai fu visto tale
lo sanguine arrossava lo diserto
giacea il moro al fine dello strale
reciso il capo et lo torace aperto

il fiero Janni non pago di vendetta
su di una picca infilza la sua testa
et di cibarsi del suo cor s’alletta
lasciando al cane e al grifo quel che resta
poi con Lisandra dolce ei fè ritorno
alla sua patria et fu in magione a vita
nel tempo a divenir lieto ogni giorno
et nostra historia qui dico finita.

1 commento:

Anonimo ha detto...

In quegli anni di demenziale anarchia vitale faceva appunto capolino quell'espressività epica da sancho panza che dava poi luogo a componimenti della specie.
Famosi quelli che venivano composti in occasione delle prime unioni matrimoniali per essere appunto regalati agli sposi previa pubblica lettura.
Forse sarebbe il caso di recuperarli...Io ne possiedo appunto un paio.